Osteopatia cranica: SSB (sincondrosi sfeno-basilare) e asse polare

Se lo scopo fosse davvero quello di lavorare su/con una particolare struttura, che senso avrebbe un asse principale perpendicolare al piano di quella struttura?
In pratica si avrebbe una compressione-decompressione approssimativamente parallela alla linea tra nasion e uvula, con un asse di rotazione lungo quella linea.
L’asse di flesso-estensione e il piano di taglio laterale resterebbero inalterati, ma il terzo asse (di rotazione) e il suo piano di riferimento dovrebbero analogamente essere ruotati per soddisfare questo orientamento più corretto dal punto di vista anatomico.
Va bene, è un po’ complicato … se non si è portati intellettualmente a pensare/immaginare in 3D, ma non è insormontabile.
E allora perché non si prova a ragionare in 3D?
Perché non è facile da insegnare?
E’ solo un nuovo modo di giocare, con una diversa disposizione dei piani e degli assi ortogonali perpendicolari e paralleli al vero piano di riferimento anatomico della SSB.

Sutherland considerava la SSB l’organizzatore centrale, il motore di tutto il movimento del cranio e del sacro, e aveva fatto allineare le sue lesioni/disfunzioni prendendo come riferimento l’angolo preciso della superficie della SSB e il suo asse polare secondo il sistema di riferimento bidimensionale polare e NON secondo il sistema cartesiano.
Forse “qualcosa” dell’insegnamento originale è stato perso … oppure per semplificarsi la vita alcuni hanno iniziato a trasmettere cio’ che avevano compreso semplificando le tecniche e facendo riferimento agli assi standard del corpo perché avevano guardato al dito e non alla luna che Still, Sutherland e Magoun mostravano.

È vero che geometricamente tre assi che occupano tre piani cartesiani possono essere usati come un insieme di coordinate in luogo di un sistema di coordinate cartesiane, ma non per questo è indispensabile e necessario utilizzare tre assi e piani ortogonali!
Se la SSB non viene piu’ considerata come organizzatore centrale, come motore di tutto il movimento del cranio e del sacro, ma semplicemente diventasse un fulcro stabile attorno al quale ruota il cranio, allora non sarebbe più necessario seguire pedissequamente uno schema ortogonale costruito appositamente attorno alla SSB ma uno semplificato e basato sui piani definiti dalla sua reale posizione anatomica.
… e avrebbe senso continuare a pensare alla SSB in termini ortogonali di compressione e decompressione diretta rispetto al suo asse, a maggior ragione se prendessimo in considerazione la reale disposizione delle fibre nervose del cervello che sono state evidenziate dalla ricerca di neuroimaging.

C’è anche una considerazione molto semplice da aggiungere: il corpo in ortostasi (e quindi anche il cranio) è fondamentalmente orientato sui tre principali piani anatomici cartesiani con i relativi assi perpendicolari, pertanto le forze sul cranio giocheranno su questi tre piani cartesiani e sugli assi anatomici corrispondenti piuttosto che essere parallele a una particolare sutura fosse anche la sacra e intoccabile SSB.
Fabiola Marelli
osteopata

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