2012: Il So.l.co. di Creso
Si narra che il re Creso trasformasse in oro tutto cio’ che toccava. Gli alchimisti parlano spesso di oro vivente.
L’oro vivente dei filosofi è il fuoco puro dentro la pietra filosofale.
L’oro vivente è pura coscienza, pura consapevolezza.
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Quando coniai l’acronimo CRESO per la mia scuola di osteopatia era questo che intendevo tramandare: una mano osteopatica cosciente e consapevole disposta ad inseririrsi nel solco di una collaborazione … ed è proprio il senso che Fabiola Marelli e Vincenzo Lorusso di So.l.co. Onlus desiderano dare a questo Progetto alla cui base c’è l’idea, semplice, di voler stabilire uno scambio, uno strumento di pace, un arricchimento personale, una scoperta della globalità dei problemi e delle risorse all’insegna del respiro della Vita.
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Il respiro della Vita, il “Breath of Life” osteopatico è in relazione con il Tutto. Dovunque sono e guardo il respiro va in automatico, senza bisogno di prestargli attenzione.
Il respiro varia con le emozioni e sensazioni in tutte le esperienze della vita fino a che arriva il momento in cui il suo soffio diventa quasi impalpabile e il ritmo da sincopato a sospeso…
Questo è lo still point: la sospensione del suono e del ritmo di questo soffio che non vuol dire non respirare/morire ma attendere con stupore una rivelazione che arriva dalla profondità della coscienza.
Still point è andare nella profondità della coscienza fino a toccare il campo di tutte le possibilità, ovvero dove tutto ha inizio. Dove la vita si manifesta e si espande. E’ solo mediante lo still point -questa sospensione, questa presenza/assenza del respiro- che posso inoltrarmi nel profondo di
me stessa e avvicinarmi al luogo dove tutto può accadere: il campo di tutte le possibilità.
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Mi immagino di essere un piccolo orto che ha bisogno di più acqua e che ha vicino un fiume. E’ solo necessario costruire un piccolo canale per prendere l’acqua: un solco che permetta all’acqua del fiume di alimentare il piccolo orto. Il solco non deve essere troppo grande né troppo piccolo, ma in grado di permettere al flusso di scorrere in modo costante.
L’orto sono io, sei tu, siamo noi. La nostra vita. Cio’ che diventeremo. Cio’ in cui ci trasformeremo o transmuteremo. Il fiume è la vitalità della vita, l’energia primordiale. L’orto è la Guinea Bissau. La pioggia non basta per irrigare questo orto:ha bisogno di più acqua.
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S.ol.co. Onlus e Osteopatia CRESO sono il mezzo attraverso il quale all’orto della Guinea Bissau potrà arrivare la vitalità del fiume attraverso un piccolo canale. Piccolo si’, perché non vogliamo correre il pericolo di inondare l’orto.
Lo strumento che CRESO e i suoi associati utilizzeranno per contribuire a fare questo S.ol.co. è l’applicazione della sensibilità e dell’intelligenza della mano osteopatica.
La nostra conoscenza in ambito osteopatico è la tecnica per utilizzare la mano.
La costanza nell’impegno porterà alla riuscita dell’intento.
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Una volta creato il S.ol.co. non dobbiamo fare altro che un lavoro di manutenzione oppure, in futuro, costruire altri piccoli solchi che irradiano da quello principale per portare l’acqua in tutti gli angoli dell’orto in modo armonioso.
Non dobbiamo spaventarci della fatica che potremmo provare mentre si zappa sotto il sole della Guinea Bissau, ma nemmeno dovremo lavorare avendo nella mente la curiosità di sapere quanto sarà lontano il fiume.
Il fiume della vita e già dentro di noi: cosi’ vicino che basta un piccolo pensiero intenzionale perché tutto accada. Piu’ è piccolo il nostro pensiero, più è potente il nostro intento.
I pensieri dolci e sottili trovano sempre la strada per continuare il loro percorso. Giorno dopo giorno ciò che è sottile si va accrescendo dentro di noi e, senza che ce ne rendiamo conto, un giorno ci accorgiamo di aver accumulato un’enorme quantità di energia vitale. E’ una cosa grandiosa e non ci vogliono anni perché tutto questo accada.
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Mi auguro che il 2012 sia l’inizio di una fratellanza tra S.ol.co. e CRESO in cui i cuori e le menti si espandano in modo armonioso.
Invito i sostenitori di CRESO ad abbracciare questo progetto senza sentirlo come un’imposizione, un
credo o una religione ma una pratica di libertà e di amore.
Fabiola Marelli